22 Lug 2025, Mar

Figure mitologiche di un reparto di cura

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Bestiario semiserio dell’assistenza quotidiana

Ogni reparto ha le sue creature leggendarie. Non compaiono nei manuali, ma tutti sanno riconoscerle. Sono colleghi che, nel tempo, hanno assunto tratti così caratteristici da diventare figure mitologiche, quasi archetipi. Appaiono nei momenti chiave, condizionano le dinamiche del gruppo, e sono ormai parte del folklore professionale. Qui sotto ne raccontiamo cinque, con affetto e un pizzico di esasperazione, ma anche con il desiderio di imparare a conviverci… o, almeno, a riderci sopra.

Evacquatore Folle

Detto anche: il Profeta del Clistere

Lo si vede comparire solitamente al turno di pomeriggio, con una calma inquietante e una convinzione profonda: far defecare l’intero reparto è una missione terapeutica. Nessuno sa da dove tragga la sua ispirazione, ma ha con sé l’aria di chi ha ricevuto un mandato superiore. Conduce con orgoglio la sua campagna evacuativa, distribuendo clisteri come se fossero carezze divine, proclamando, alla fine di ogni intervento, che il paziente è ora più tranquillo, più sereno, più felice. Solo che poi, di notte, l’infermiere o l’OSS di turno si trova a gestire le conseguenze del miracolo intestinale: letti zuppi, traversine impazzite, e camici da cambiare ogni ora. Evacquatore Folle, naturalmente, non è lì.

Il Responsabile delle Protezioni

Detto anche: Custode del Pannolone Perduto

Non ha bisogno di badge né di investiture ufficiali. Sa di essere il guardiano delle forniture igieniche, e ne custodisce ogni confezione come fosse oro in fasce. Nessuno conosce con precisione il suo grado professionale, ma tutti sanno che se sbagli a rifornire la stanza, se usi una protezione in più, o peggio ancora, la protezione sbagliata, potresti ricevere un ammonimento peggiore di quello del tuo superiore diretto. Il Responsabile delle Protezioni conosce a memoria il numero esatto di pannoloni in reparto, le taglie presenti in ogni stanza, le scorte residue e il fabbisogno stimato per ogni paziente, anche quelli dimessi da due settimane. Non si limita a custodire: giudica. Ti scruta in silenzio quando prendi una traversa di troppo, annota mentalmente ogni spreco e, talvolta, emette verdetti improvvisi. Saperlo nei paraggi fa tremare anche il più esperto degli infermieri.

L’Imperatrice della Doccia

Detta anche: con me la doccia la fa sempre

Quando, durante la consegna, qualcuno riferisce che un paziente con demenza ha rifiutato la doccia, lei entra in scena con aria imperiosa e tono sicuro: “Con me la doccia la fa sempre.” Nessuno osa contraddirla, perché tutti, almeno una volta, sono passati davanti alla stanza mentre lei compiva il suo rito. Urla, spruzzi d’acqua, bottiglie di shampoo rovesciate, una sedia capovolta e il carrello dei presidi finito nel corridoio. Eppure, miracolosamente, la persona esce pulita, profumata e con i capelli pettinati. L’Imperatrice non si ferma di fronte al rifiuto, lo aggira con una tenacia che sfiora il giapponese: non è escluso che conosca tecniche di judo adattate all’igiene personale. La sua motivazione è incrollabile, il suo metodo… discutibile. Ma efficace. I pazienti la ricordano con una miscela di rispetto e timore. I colleghi, con gratitudine e un pizzico di sollievo nel sapere che quel giorno non toccava a loro.

Egolux il Benevolo

Detto anche: per il bene del paziente

Si presenta come la coscienza morale del gruppo. Sempre un po’ più consapevole, sempre un po’ più evoluto. Parla con dolcezza, gesticola con lentezza, e ha un lessico fatto di “relazione d’aiuto”, “centratura” e “presenza autentica”. Ma dietro questa calma apparente, si cela una potente fonte energetica: il proprio ego. Egolux non fa mai nulla senza dichiarare che è “per il bene del paziente”, anche quando il paziente in questione è stremato dalle attenzioni non richieste, dalle decisioni non condivise e dalle interpretazioni del tutto personali dei suoi bisogni. Se proponi un’altra strada, Egolux ti guarda con la compassione di chi ha già superato il livello in cui sei rimasto bloccato. Il problema non è che Egolux sia in mala fede. È convinto.

Anzianotto il Conservatore

Detto anche: abbiamo sempre fatto così

Non urla, non si impone, ma è lì. Da sempre. È una presenza rassicurante e, al tempo stesso, immobilizzante. Ogni proposta nuova, ogni suggerimento aggiornato, ogni piccola innovazione organizzativa viene accolta con un lungo respiro, un cenno del capo, e la sentenza definitiva: “Abbiamo sempre fatto così.” Nessuno sa davvero cosa lo muova, forse il bisogno di stabilità, forse la nostalgia per un tempo in cui tutto era più semplice, forse solo la pigrizia mentale mascherata da esperienza. Anzianotto non ha bisogno di argomentare, la sua frase è un dogma. La sua forza non sta nella logica, ma nella tradizione. Lo si ama per la sua memoria storica, lo si teme per la sua capacità di bloccare ogni cambiamento con una sola sillaba. Anzianotto è lo specchio di ogni sistema che resiste all’evoluzione per paura di perdere ciò che ha costruito.

E nel tuo reparto?

Hai mai incontrato queste creature leggendarie? Ti sei mai trasformato in una di loro senza accorgertene? Oppure ne conosci altre, degne di entrare nel bestiario sanitario ufficiale? Raccontalo nei commenti. Non serve sempre una strategia: a volte, basta sapere di non essere gli unici ad aver riso – o sbuffato – davanti a queste scene per sentirsi un po’ più leggeri.

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